La Borsa italiana chiude la settimana, e il periodo pre-natalizio, con una di sedute di grandissima tensione. Tuttavia, proprio in chiusura sembrano giungere i segnali più rassicuranti, visto e considerato che il piano di salvataggio pubblico delle banche (Monte Paschi di Siena in testa) sembra essere stato promosso dai mercati, che hanno premiato Piazza Affari con uno sviluppo dell’1,17 per cento nel suo indice di principale riferimento, FTSE MIB.
In particolare, sono proprio le banche ad essere premiate con la maggiore incisività dagli operatori, con Carige e Unicredit in ottimo spolvero. Più in difficoltà è invece il binomio Banco – Bpm, con l’agenzia di rating Fitch che ha tagliato il rating a BB- in vista della fusione delle due realtà creditizie. Al di fuori del comparto bancario, bene Telecom.
Sul fronte delle altre piazze finanziarie, le principali Borsa europee sono rimaste in sostanziale stabilità, con Francoforte che cede lo 0,05%, Parigi che guadagna lo 0,1%, Londra che chiude in anticipo in vista delle festività natalizie, con un incremento dello 0,06%. Spread tra Btp e Bund in calo a 155 punti base, con rendimento dell’1,8 per cento.
In ottica macro, si registra la crescita dello 0,2 per cento del prodotto interno lordo francese nel terzo trimestre dell’anno, con un balzo dell’1 per cento su base annua. In Germania fiducia dei consumatori stimata in aumento a 9,9 punti, contro i 9,8 punti del mese precedente. In Gran Bretagna, Pil in sviluppo dello 0,6 per cento rispetto al secondo trimestre. Dagli Stati Uniti arrivano invece i dati sulla fiducia alle famiglie, in incremento a 98,2 punti; i dati sulla vendita delle case nuove a novembre balzano del 5,2 per cento.
Chiudiamo infine con uno sguardo al Forex, con l’euro che si presenta stabile a quota 1,0454 dollari e 122,58 yen, al termine di una sessione che, come da previsioni pre-natalizie, è stata poco mossa. Tra le materie prime, il petrolio cala a New York, dove le quotazioni perdono quasi un punto percentuale a 52,45 dollari al barile. L’oro è invece in rialzo, pur lieve, sui mercati asiatici, a 1.131,50 dollari l’oncia.